Un anno fa tre medaglie d’oro con Betty Vuk, volley rosa e basket maschile. E l’aggiunta del bronzo nel basket donne. Un anno dopo gli ori sono addirittura quattro – la solita Betty Vuk, la corazzata volley rosa – con due new entry, Giuditta Carlini nel taekwondo e basket rosa. In più il bronzo di Ayoub Sadid (sempre taekwondo), il quarto posto del basket uomini, la nona piazza di Daniele Gasparri (judo).
L’Europa chiama e l’Università di Bologna risponde. E lo fa nel migliore dei modi, proponendo individualità e squadre scelte e assemblate con cura. Donne e uomini che, spesso e volentieri, sono coinvolte nel progetto dual career e, grazie alla lungimiranza dell’Alma Mater Studiorum, riescono a portare avanti, in modo brillante, i due percorsi, quello accademico e quello sportivo.
Sì, perché la gioia di Unibo è doppia: arrivano i successi sul campo. Ma si tratta di ragazze e ragazzi che, insieme con tanti allenamenti, si mettono a studiare seriamente e conseguono i rispettivi obiettivi. Betty Vuk, oltre a essere la regina del judo, ha già chiuso il suo percorso triennale per inseguire ora la magistrale. Torna alla mente l’esempio di Pippo Ricci: campione nel basket 2017 a Miskolc (primo allora europeo per il Cus Bologna) e oggi laureato in matematica.
Grandi notizie dal judo, Betty Vuk, appunto, ma anche dal taekwondo. E dagli sport di squadra, dove l’Università di Bologna e il Cus Bologna eccellono. Poi, basta sentire parlare i ragazzi e le ragazze, dopo i successi, per capire i motivi di tante vittorie. Per dieci giorni (qualcuno più, altri meno) a Miskolc hanno potuto vivere da professionisti, pensando solo a giocare. Con il sorriso sulla labbra.
Così l’Università di Bologna resta ai vertici. E dopo i successi qualche giorno di vacanza. Poi si torna anche sui libri, perché gli allori raggiunti agli Europei Universitari Eusa di Miskolc hanno bisogno della conferma. E la conferma significa tanti nuovi esami e poi la laurea. L’Università di Bologna c’è sempre.